Al mondo sono note almeno 10.000 diverse varietà di viti, coltivate su 8 milioni di ettari, la maggior parte dei quali producono uva da vino mentre una minoranza uva da tavola.
Le evidenze archeologiche mostrano come la domesticazione della vite risalga almeno a 6000-8000 anni fa in una zona tra il mar Caspio e il mar Nero. Fu allora che i primi esemplari di vite selvatica (Vitis vinifera subsp. sylvestris) vennero domesticati, selezionando e coltivando le piante con le caratteristiche dei frutti desiderate. Le migliaia di varietà di vite (Vitis vinifera subsp. vinifera) coltivate oggi sono discendenti da quei primi esemplari e da incroci spontanei successivi sia con varietà selvatiche presenti in vari paesi che con varietà già coltivate. La coltivazione raggiunge 5000 anni fa la valle del Giordano, la mezzaluna fertile e l’Egitto e i paesi europei occidentali circa 2800 anni fa.
Sempre più aziende hanno incominciato a lavorare sulla qualità, sulla bassa resa per ettaro e sull'applicazione di criteri scientifici in fase di vinificazione, portando alla diffusione di una gran quantità di vini eccellenti che nulla hanno da invidiare ai grandi vini francesi, californiani o australiani.
Secondo la statistica promossa da Ismea-Uiv, l’ultimo dato riguardante la vendemmia vede la Spagna ormai a ridosso delle cantine italiane, con una produzione di 39,9 milioni di ettolitri. Complice la vendemmia ai minimi storici in Italia, che ha portato ad un livello produttivo poco al di sopra dei 40 milioni di ettolitri in un'annata che ha invece favorito la Francia, balzata oltre i 50,2 milioni di ettolitri, con l’11% in più rispetto al 2010.